azzardo

Ai 20 mila posti di lavoro, di cui le associazioni di categoria e i gestori di sale scommesse ventilano la chiusura, fanno da contraltare i circa 40 mila giocatori problematici e patologici che hanno diritto a cure pubbliche.

La Comunità Oasi2 San Francesco Onlus esprime profondo sconcerto in merito alla decisione della Commissione Sanità della Regione Puglia di prorogare l’entrata in vigore del cosiddetto ‘distanziometro’, che prevede la decadenza di tutte le licenze di pubblica sicurezza per le sale da gioco aperte a meno di 500 metri dai luoghi sensibili come scuole, luoghi di culto e impianti sportivi. La norma, contenuta nella legge regionale n.43 del 2013, aveva già concesso 5 anni ai gestori per adeguarsi. L’ulteriore proroga – peraltro ancorata ad un Testo Unico di cui non si conoscono i tempi di entrata in vigore – appare, oggi, una scelta dissonante e antistorica, visto l’impegno, su più fronti e da parte di molti enti locali, per arginare il fenomeno del gioco d’azzardo patologico. Le regioni Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia hanno già approvato analoghe misure di ‘tutela ambientale’, senza titubanze, debolezze, incoerenze, confermando la necessità di garantire distanze minime dai luoghi sensibili e affidando ai comuni la possibilità di far applicare, tramite ordinanze, tali distanze. Una cospicua giurisprudenza, favorevole agli enti locali, ha permesso negli ultimi anni ai comuni di proseguire il proprio impegno in tal senso, nonostante i ricorsi presentati dai gestori di sale da gioco. Non da ultimo, si ricorda che le Regioni sono titolari della funzione di sanità pubblica e che, pertanto, hanno il dovere di predisporre misure di prevenzione e tutela di tutti i fenomeni patologici, anche del gioco d’azzardo che, è bene precisarlo, è stato inserito nei Lea, i livelli essenziali di assistenza, già da gennaio 2017.

Infine, da operatori sul campo, impegnati ogni giorno a tutela delle famiglie coinvolte da dipendenza da questa piaga sociale e a contrastarne la sua diffusione, ricordiamo a tutte le forze politiche e in primis al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, anche nella sua qualità di responsabile della salute dei pugliesi, che il risparmio bruciato dalle famiglie pugliesi nel gioco lo scorso anno ammonta a 6 miliardi di euro. I pugliesi giocatori attivi sono 1,7 milioni e, fra questi, si stimano fra i 30 e i 40 mila giocatori problematici e patologici che hanno diritto a ricevere le giuste cure pubbliche. Il fenomeno, dunque, è vasto e aggressivo, non può essere affrontato con timidezze o, peggio, con connivenze con chi ha rilevanti interessi economici nel settore, interessi che sono incompatibili con il diritto costituzionale alla salute.

Chiudiamo, dunque, con un appello al presidente Michele Emiliano: non sia complice della profonda devastazione sociale che oggi il sistema del gioco d’azzardo rappresenta. La proposta di proroga, licenziata dalla commissione sanità, va fermata, per garantire la piena attuazione di quanto previsto, in modo lungimirante, dalla nostra legge di contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico.

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