Gli ulteriori sei mesi di tempo per l’adeguamento sul ‘distanziometro’ sono una risposta pilatesca, che non tutela la salute dei giocatori problematici né viene incontro alle ragioni dei business dei gestori dei locali e delle sale da gioco.
L’introduzione del ‘distanziometro’ era già prevista nel 2013. I gestori, dunque, hanno avuto già 60 mesi di tempo per rispettare le distanze minime richieste – 500 metri da scuole, parrocchie, luoghi di aggregazione giovanili – dalla legge regionale 43/2013. In 5 anni nulla è stato fatto, salvo garantire il proliferare di punti d’accesso al gioco d’azzardo e, in zona Cesarini, richiedere un ulteriore ‘aiutino’ brandendo come una clava nel dibattito politico lo spettro della perdita dei posti di lavori – i cui numeri, in merito, sono tutti da verificare – e l’ombra dell’illegalità – ben sapendo che già ora, senza distanziometro, il gioco d’azzardo fa gola alla criminalità più o meno organizzata.
L’ulteriore dilazione, dunque, non può che apparire come un tentativo di rimandare ancora la decisione e, di conseguenza, la presa di posizione, ormai sempre più necessaria, fra la tutela della salute e il primato del business senza scrupoli. Ecco il vero e più drammatico distanziometro, quello fra la politica e la tutela dei 40 mila pugliesi in balia del gioco d’azzardo.
Ancora più allarmanti appaiono le parole del consigliere regionale Ernesto Abaterusso (LeU/I Progressisti), firmatario della richiesta di proroga sul distanziometro, che lasciano intendere una completa revisione della legge regionale 43/2013, legge per altro promossa da SEL e approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale.
Possiamo solo auspicare che, se revisione sarà, questa andrà nella direzione di una maggiore e più stringente regolamentazione dei punti d’accesso al gioco d’azzardo – con o senza distanziometro – e che si lavori per potenziare i servizi di informazione, sensibilizzazione, presa in carico e cura dei giocatori problematici.
Lanciamo quindi, sin d’ora, il nostro appello a coloro i quali ritengono che la salute e la tutela dei soggetti vulnerabili, esposti al gioco d’azzardo patologico, non debbano essere anteposti a nessun’altra logica, perchè nessuna altra vile e irresponsabile timidezza trovi spazio allo scoccare della nuova ipocrita, scadenza fissata a giugno 2019