Profughi afghani, l’appello di Europasilo: «Riattivare subito il Sistema SAI»
La Rete Nazionale Europasilo, composta da enti di tutela, come la comunità Oasi2, che da tanti anni lavorano su numerosi territori italiani all’interno dell’attuale Sistema di Accoglienza e Integrazione (ex SPRAR/SIPROIMI), impegnati quotidianamente a garantire processi di tutela, protezione e inclusione a favore delle persone costrette a migrazioni forzate, esprime forte preoccupazione relativamente a quanto sta accadendo in Afghanistan e dalle persistenti violazioni dei diritti umani che la popolazione afghana sta subendo.
Un’emergenza internazionale che si somma alle numerose altre, non per ultimo al dramma delle tante persone bloccate ormai da troppi mesi sulla cosiddetta Rotta Balcanica e a tutti coloro ancora costretti a regimi detentivi e a trattamenti inumani e degradanti in altre zone del mondo. Di fronte a questa drammatica situazione, l’Europa non è stata ancora in grado di assumere scelte adeguate organizzando piani di reinsediamento dai Paesi terzi, tra i quali i Paesi balcanici, nei quali sono bloccati i rifugiati afghani, né ha ancora adottato una concertazione ampia tra gli Stati dell’Unione per il rilascio di visti umanitari, pur previsti dall’art. 25 del Codice europeo dei visti, ai/alle cittadini/e afghani/e che per la loro condizione politica, sociale, religiosa o per altre ragioni sono in condizioni di costante ed evidente pericolo e che non possono avere adeguata protezione nei Paesi in cui si trovano.
Nel frattempo, diversi cittadini afghani sono stati soccorsi e trasferiti sul territorio italiano, ma purtroppo ad oggi la modalità di accoglienza degli stessi da parte dello Stato appare ancora confusa e contraddistinta da un carattere di emergenzialità.
Data l’attuale situazione, riteniamo importante ribadire la centralità di un modello di accoglienza unico, diffuso, strettamente dialogante coi territori e in grado di esprimere il riconoscimento dei diritti garantendo servizi adeguati sempre più incardinati nel welfare territoriale. Pur consapevoli del carattere emergenziale della crisi afghana, riteniamo che il modello di accoglienza più efficace debba affermare il ruolo strategico degli Enti Locali così come avviene all’interno della rete SAI.
La Rete Europasilo, convinta che l’unico modello di accoglienza possibile debba essere incardinato all’interno del welfare locale, guarda con preoccupazione alla gestione dell’accoglienza che ha fatto seguito all’arrivo di cittadini afghani e chiede che:
- L’accoglienza avvenga all’interno del sistema SAI anche attraverso l’ampliamento della rete stessa tramite Decreto Ministeriale, ad oggi non ancora definito. Risulta infatti preoccupante quanto indicato in numerose circolari ministeriali dove, ancora una volta, viene attivato il sistema di accoglienza emergenziale guidato dalle singole Prefetture locali (CAS).
- L’ampliamento sia strutturale e non solo legato all’emergenza seguita all’arrivo di cittadini afghani, ma in grado di dare risposte coerenti con i nuovi riferimenti normativi ai richiedenti protezione internazionale ad oggi ancora accolti nei CAS. Per tali ragioni Europasilo esprime una forte preoccupazione in relazione alla possibilità che l’annunciato, e neppure non ancora realizzato, ampliamento del sistema SAI non sia tale in realtà in quanto venga temporalmente limitato a un anno, sia assai contenuto nei numeri (tanto da coprire di fatto solo le esigenze di accoglienza dei rifugiati afghani arrivati con il ponte aereo e non anche gli inevitabili prossimi arrivi) e preveda nuovi posti di accoglienza destinati solo ai rifugiati afghani, delineando un pericoloso e irragionevole regime di separazione da tutti gli altri rifugiati che pure hanno la medesima condizione giuridica. Il dramma dell’Afghanistan deve infatti costituire occasione per ampliare e consolidare il sistema di accoglienza e protezione nel suo complesso senza riproporre nuovamente lo stesso approccio emergenziale che da decenni blocca lo sviluppo di un adeguato ed efficiente sistema nazionale di accoglienza.
Come Rete Europasilo riteniamo quindi necessario riprendere e sviluppare ulteriormente le tesi di riforma del sistema di accoglienza, protezione e integrazione pubblicate nell’ultimo Convegno Nazionale, attivando occasioni di concreto confronto e approfondimento con tutti gli Enti Locali interessati e gli enti di tutela attivi sul territorio nazionale.
Nelle prossime settimane organizzeremo quindi momenti di confronto, ascolto eco-progettazione per giungere a ulteriori proposte, nella speranza di incontrare un’ampia condivisione tra gli attori già coinvolti nel sistema di accoglienza istituzionale e degli Enti Locali.